mercoledì 2 novembre 2011

Capitolo 31



Atterriamo ad Aldera City, la capitale; c'è un gran movimento di navi e di mezzi ma veniamo accolti cortesemente; subito un funzionario ci informa che il governo centrale sta reclutando navi e persone per un importante commessa. La faccenda mi incuriosisce e vorrei saperne di più, anche di un cantiere allestito in orbita e che, evidentemente, sta costruendo qualcosa di grosso.
Consultandomi con gli altri prendiamo la decisione di fermarci per un certo tempo, questo è il posto ideale per tutti dove poter studiare con calma il problema dell'armatura e, perché no, anche guadagnare qualche credito.
Per farla breve, ci installiamo sul pianeta, troviamo alloggio e un lavoro per il governo, anzi dobbiamo davvero aver fatto buona impressione perché dopo nemmeno una settimana che lavoriamo veniamo in contatto con un pezzo grosso di Alderaan, Lorac Nonnahir, che si dimostra molto interessato alle nostre attività.
Il lavoro governativo è semplice, siamo uno degli equipaggi che si occupa di ripulire il pianeta dalle armi. Sembra che il senatore Bail Organa, principe della casa reale di Alderaan, si sia schierato apertamente contro la politica rigorista dell'imperatore ed è per questo che c'è tutto questo movimento.
Alderaan sarà un pianeta disarmato per dimostrare che è possibile governare anche senza eserciti e tutte le armi verranno requisite e caricate su una enorme astronave (quella che stanno finendo di costruire in orbita) e poi spedite in un viaggio senza fine nell'iperspazio.
Personalmente mi sembra una follia, liberarsi di tante armi senza guadagnarci nemmeno un credito. Se non avessi questa maledetta armatura di cui preoccuparmi potete star sicuri che avrei trovato io il modo di farmi trovare a bordo di quella nave carica di ogni ben di dio in armi e mi sarei sistemato per tutta la vita sotto la montagna di crediti che avrei fatto rivendendole.

Già, l'armatura; Zahir ha preso molto a cuore il problema e dedica molto più tempo di me per trovare una qualche soluzione che sembra introvabile: non c'è un solo caso documentato di persone a cui sia stata tolta una simile armatura da vive. Ora capisco perché non c'è mercato per simili gioiellini: il prezzo da pagare è decisamente troppo, troppo caro. I vuoti di memoria e i problemi ai 5 sensi non migliorano, anzi, malgrado svariati tentativi a base farmacologica, questi sintomi progrediscono, anche se molto lentamente.

Keki nel frattempo si preoccupa anche di rimettere a nuovo la nave e i nostri droidi e così, senza quasi accorgersene, trascorre parecchio tempo, fino al giorno fatidico dell'inaugurazione della nave; tutto il pianeta è in subbuglio e tantissima gente si è riversata nella capitale per assistere alla grandiosa cerimonia del varo organizzata dal governo. E della fine del nostro lavoro per il governo che, tra le altre cose, ci ha fruttato piuttosto bene.

"Another Chance" così si chiama l'enorme fregata Alderaniana che è stata modificata per diventare un unico, gigante contenitore di tutte le armi del pianeta e che proprio oggi, allo scoccare delle 3, compirà il salto iperspaziale che la allontanerà, per sempre, dal pianeta.

Mi sveglio di malavoglia e mi preparo ai festeggiamenti con l'umore sotto i tacchi. L'armatura non si riesce a togliere, i guadagni sono terminati e, scommetto, domani Nik, Keki e Zahir mi chiederanno di andarcene sul pianeta natale di Nik.

Sono li che mi aggiro nel marasma dei festeggiamenti senza nessun entusiasmo quando sento una mano afferrarmi la spalla:è Nik. Lui e Zahir sono dietro di me e mi annunciano che hanno avuto un messaggio di Lorac: vuole incontrarci oggi stesso, in un bar del terzo livello, in incognito, perché sembra che abbia importanti novità per noi. e per la mia armatura.
Il mio umore cambia di colpo, passando dalla triste rassegnazione per un destino scontato all'impaziente attesa di una novità e le ore che ci separano dal momento dell'incontro sembrano volare: ora mi aggiro tra la folla col sorriso sulle labbra, salutando con gioia tutti questi sconosciuti, rincuorato dalla nuova fiammella di speranza che si è accesa in me.

Ci incontriamo con Lorac, lui è camuffato, stentiamo a riconoscerlo e, malgrado il bar mi sembri ilposto ideale per parlare senza essere notati, lui ci chiede di seguirlo fuori città e così, giunti ad un grosso magazzino nascosto tra le montagne e colmo di casse, ci fa la sua proposta.

L'unico modo sensato di provare a rimuovere l'armatura è quello di portarmi in coma farmacologico in uno stato che sia molto prossimo alla morte nella speranza di riuscire a rianimarmi non appena si sia potuta togliere l'armatura; è un operazione rischiosissima che su questo pianeta è pure vietata ma sembra essere l'unica chance disponibile ed io, ora, sono pronto a correre il rischio.
Lui si offre di organizzare l'operazione procurando materiale e personale necessario se noi ci mettiamo un bel pacco di soldi per pagare le attrezzature e gli trasportiamo il contenuto di quel magazzino su uno sperduto pianetucolo ai margini della galassia.

Scruto il volto degli altri e un tremito di commozione mi attraversa quando tutti, senza esitazioni, si dicono disponibili ad accettare. Quei soldi (150 mila crediti) sono tutti i nostri guadagni, anzi mancano ancora 10 mila crediti che metto io senza batter ciglio.
Ringrazio i miei amici per la loro generosità ma pongo delle condizioni:
la prima è la stipula di un assicurazione che, nel caso l'operazione fallisse, paghi 30 mila crediti a ciascuno dei miei compagni; la seconda invece è che ci venga detto qualcosa di più sul contenuto del magazzino e lo scopo del trasporto.

Lorac accetta e ci spiega che il governo, mentre ufficialmente caricava di armi l'Another Chance per sostenere con i fatti la politica del suo rappresentante in senato, ha incaricato lui di approntare e nascondere un carico di armi che potrebbero servire se le cose dovessero peggiorare e l'impero dovesse trasormarsi in tirannia; pare che tra i membri del consiglio ci sia chi vede di buon occhio la nascita di una milizia segreta.

A me sembra tutto molto logico mentre mi sarei aspettato qualche resistenza da parte di Zahir, ma così non è e, dopo un rapido giro di sguardi, l'accordo viene fatto e si passa a discutere dei dettagli logistici: ci vorrà parecchio tempo ed almeno tre viaggi iperspaziali; le casse devono essere portate all'astroporto senza dare nell'occhio, un poco alla volta. Nessuno deve scoprire quello che stiamo facendo.

Per la prima volta dopo tanto tempo mi addormento con il sorriso sulle labbra, sono tornato a sperare.

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