sabato 5 novembre 2011

Capitolo 28

Un gruppo di alieni armati sta formicolando attorno alla nave, intravedo due di loro intenti a montare un e-web mentre un umano, con una pistola in mano si accorge di noi, punta la pistola verso di noi e ci apostrofa:
"aprite questa dannata nave e consegnateci la cassa e nessuno si farà male."
mi tengo vicino allo stipite e mentre cerco di osservare meglio cosa sta succedendo rispondo
"quella cassa vale un sacco di crediti, perché te la dovrei consegnare. Io la vendo."
ne ho contati sei, l'umano sembra il capo, e qualcuno sta trafficando intorno al portellone; hanno anche dei fucili.
"non farla lunga, dammi la cassa e ti paghero il prezzo pattuito. A P R I   S U B I T O    QUESTA NAVE!"
devo temporeggiare, almeno finché non arrivano Keki e Zahir; intanto uno degli alieni si è affiancato al capo, imbraccia un fucile e lentamente si avvicina
"daccordo, sta calmo, vediamo di trovare un ragionevole accordo, prima però mettiamo via le ar...."
Un colpo di blaster mi colpisce alla spalla e prima che faccia in tempo a mettermi al riparo le armi iniziano a cantare. Dove diamine saranno Keki e Zahir. La porta alle mie spalle... da sul magazzino.....è chiusa!...e mentre urlo al Toidoriano di aprirla vedo che Nik non c'è più mentre dalla piattaforma arrivano grida e spari.
Sbuca invece sulla porta dell'ufficio un bandito che, appena mi scorge mi spara, per fortuna mancandomi.
Mi rendo conto che il gestore della baia è paralizzato dalla paura e quindi mi precipito verso l'unica apertura, quella che da sulla strada. Mi prendo un'altro colpo, non grave, mentre schizzo fuori dietro lo stipite, facendo chiudere la porta alle mie spalle.
Prendo fiato, fuori nessuno sembra far caso a questa piccola sparatoria; riparandomi dietro lo stipite preparo la pistola, aziono il comando di apertura e sparo dentro, giusto per ricordagli che ci sono ancora, i suoi colpi di risposta si infrangono contro lo stipite quand'ecco arrivare di corsa Keki e Zahir.
"Nik è dentro, sono sei, sono armati. e pericolosi." - dico subito loro.
Con il loro aiuto è facile riconquistare l'ufficio e mentre Nik e Zahir si occupano dell'ingresso principale io riesco a farmi aprire il magazzino e, passando da li, accedo alla piattaforma da un altro ingresso. Vedo Keki che assesta colpi su colpi contro l'umano, Zahir che spara e l'e-web piazzato, senza nessuno che lo controlli, non vedo Nik e gli altri banditi; sparando verso i due che si riparano sotto la nave corro verso l'e-web, non saprò usarlo ma di sicuro farò un bel po di casino. Ci arrivo ed inizio a sparare, uno degli alieni è a terra quando un colpo di blaster mi colpisce in pieno e tutto intorno a me si fa sfocato e poi nero.
Apro gli occhi di scatto e vedo Zahir china su di me, l'ago dell'adrenalina nella sua mano, le mie ferite medicate. Tiro un sospiro di sollievo e, faticosamente, mi rialzo e mi guardo attorno.
Zahir ora si è diretta verso Keki, anche lui è a terra e si vedono i segni di una forte esplosione. Nik sta ammanettando e sedando quattro alieni, svenuti ma vivi. L'umano ed un altro bandito alieno invece sono deceduti. Do una mano a requisire le armi.
Mentre ispeziono i prigionieri mi accorgo che Nik è particolarmente interessato alle loro armature che, guardando bene sembrano davvero eccellenti; non si vedono giunti o aperture e sono formate da ottagoni di un materiale satinato, che sembra plastacciaio di ottima qualità.
Ne discutiamo perché quelle indosso ai prigionieri, non si riescono a togliere, appena cerchiamo di afferrare una di quelle piastre una scarica elettrica di fa lasciare la presa; invece quella del cadavere si leva facilmente e le piastre si staccano opponendo solo una debole resistenza magnetica; ne facciamo un mucchietto ordinato ma, una volta tolte tutte non notiamo nessun meccanismo di controllo addosso alla persona. Evidentemente ogni piastra ha in se anche la logica di controllo ed una fonte di energia autonoma.
Osserviamo meglio le singole piastre; nessun segno di saldature, nessuna porta di interfaccia, nessuna vite. Sembra proprio che ogni componente elettronica sia stata inclusa in una fusione di questa strana lega. Curioso e interessante.
Nik però non si da pace, e gira e rigira i corpi svenuti dei prigionieri borbottando tra se una sequela di domande e considerazioni.
Intanto sento Zahir che grida, mentre Keki fa quello che può per aprire il portellone, danneggiato dalle mine piazzate dai banditi per aprirlo, senza peraltro riuscirci.
"Smettetela di discutere e venite a dare una mano."
Nik non ci bada ed io provo a chetarlo azzardando una spiegazione "evidentemente sono in grado di percepire la vitalità di chi le indossa. se non li ammazziamo sarà difficile potergliele levare. Comunque non è il caso di preoccuparci adesso, imbarchiamo i prigionieri, teniamoli sedati e poi ne discuteremo con calma e con gli altri."
non funziona, "Ma potrebbero nascondere qualche trucco, potrebbero liberarsi sulla nave e crearci dei problemi. Dobbiamo saperne di più su come funzionano. Questa è tecnologia militare molto avanzata. senza dubbio."
"Ma dobbiamo anche toglierci da questa baia al più presto. Siamo in pericolo perché più il tempo passa più le probabilità che mandino un altro commando, magari più numeroso, aumentano. E tutti noi siamo ancora feriti."
Nik nemmeno mi ascolta; si gira e rigira una delle piastre tra le mani, borbotta tra se svariate ipotesi e continua a far domande ai prigionieri, incurante del fatto che nessuna risposta possa giungere dalle loro bocche.
"Nik, dannazione, sono sicuro che è una armatura personalizzata, vedrai che chi la indossa può togliersela comodamente; credi mica che si accoppino con l'armatura indosso ?"
"è proprio quello che penso, ci deve essere un modo per toglierla. non può essere altrimenti."
"dai, dammi una mano ad indossare questa del morto e vedrai che, una volta messa sarà altrettanto facile toglierla."
e così, dopo aver sfilato il mantello, comincio ad avvicinare le piastre al corpo; le piastre si attaccano una all'altra facilmente ma quando, alla quarta piasta che metto, mi rendo conto che non ho più nemmeno il bisogno di sostenerle vicino al corpo, non riesco a trattenere un esclamazione di stupore: "magnetismo e repulsione; fantastico. Guarda Nik, non cadono!" e mi giro verso Nik con le braccia larghe mentre sul mio petto le quattro piastre restano lì, dove le avevo messe, come tenute su da una forza invisibile.
Mano a mano che aggiungo le piastre la mia meraviglia cresce: le piastre scivolano tra di loro come se fossero imburrate, adattandosi perfettamente ai movimenti del corpo ma senza mai lasciare una benché minima fessura scoperta; inoltre sono leggerissime pur essendo di aspetto veramente robusto.
Quando anche l'ultima piastra viene posizionata un bagliore bluastro percorre un istante tutte le piastre ed un tremendo boato ci fa sussultare entrambi. per niente.
Keki è riuscito a disincastrare il portellone della nave che, in quell'istante, si è aperto di colpo sbattendo violentemente a terra.

"Visto?" dico fieramente a Nik muovendo qualche passo con la mia bella armatura addosso che, senza minimamente distrurbarmi nei movimenti, segue ogni movimento del corpo. "Ora togliamola."
Afferro una delle piastre con decisione, convinto che essendo io l'organismo che la indossa, non mi avrebbe fatto nulla. Lo sguardo di Nik riflette lo stupore che provo mentre ritraggo la mia stessa mano colpita da una scarica di energia dalla mia stessa armatura. Comincio ad agitarmi e freneticamente provo a levare altre piastre mentre anche Nik tenta di levarmele. Niente.
Realizzo con orrore che non me la posso levare e, in preda ad una crisi isterica, mi butto addosso ad uno dei prigionieri, scrollandolo violentemente e chiamando a gran voce Zahir.
"Zahir, svegliami uno di questi. PRESTO!"
Lei arriva, fissandomi preoccupata; capisce al volo che non è proprio il momento di discutere e tanto meno quello di far domande e senza obiettare rianima uno dei prigionieri.
Non le do il tempo di ritirare la siringa di adrenalina e senza dargli il tempo di capire cosa gli sta succedendo, gli punto la pistola blaster alla tempia e "DIMMI COME SI LEVA QUEST'AFFARE O SARAI CIBO PER BANTHA IN UNA FRAZIONE DI SECONDO !"
Zahir, dolcemente, mi fa notare che bisogna dargli un attimo di tempo, deve riprendersi e, con molta calma allontana la mia pistola, io faccio uno scatto indietro e passeggio su e giù imprecando con veemenza in tutte le lingue che conosco.
Attendo impaziente un paio di minuti poi lo afferro con violenza per il bavero e ripeto la stessa minaccia di prima.
Il suo sguardo è fisso, sicuramente si è risvegliato ma sembra quasi che il suo cervello sia fritto: da risposte sconclusionate e chiede solo di poter dornare a Dowager.
I miei muscoli si tendono, il dito sul grilletto della pistola mi duole, vorrei sparargli, ma la mano di Zahir sulla mia spalla e le sue parole tranquillizzanti mi fermano. Non servirebbe a nulla ucciderlo, è vero....lo colpisco con violenza con il calcio della pistola e mi allontano di scatto camminando in su e in giù. devo sbollire la rabbia.
......
che idiota che sono....solo per la fretta di andarmene e per tacitare Nik....
....sono un cretino......
......
la spada laser !
estraggo la spada laser (l'armatura non impedisce di nascondere oggetti sotto di essa ne di prenderli) e, dopo averla accesa, cautamente, la avvicino al fianco per far saltare una delle piastre. cercando naturalmente di non trafiggermi da solo.
La tocco appena......nulla.
Appoggio la spada laser con appena più decisione.....nulla.
ancora un po più forte.....nulla.
mi assesto un paio di colpi decisi e poi getto la spada a terra stizzito. Sulle piastre dell'armatura nemmeno un graffio.
......
però....resiste anche alla spada laser. niente male per un armatura. non si riesce a togliere ma un armatura così non ha eguali nel mondo conosciuto. chissà quanto potrei guadagnare vendendola.....e i quattro prigionieri ne indossano una ciascuno.......però non posso mica ammazzarli solo per vendermi le armature.......no?.......NO!

Mi giro di scatto e raccolgo la spada laser da terra; gli altri mi osservano, un po preoccupati e un po dubbiosi. Sorrido a loro, mostrandomi placato: "ci penseremo più tardi, per ora l'armatura mi protegge bene e non mi pesa, per cui leviamoci da qui."

Metto fretta per spostarci, il portellone della nave è stato seriamente danneggiato dai banditi ma dobbiamo cambiare baia, prima che qualcun'altro voglia venire a farci visita; per cui imbarchiamo i prigionieri e le loro cose e, rapidamente, decolliamo da questo attracco ed atterriamo in uno degli altri, scelto strategicamente in base al tragitto per il palazzo di Jabba, e, una volta arrivati, ci guardiamo tutti...anzi, a dirla tutta, tutti guardano me. Ormai sono calmo e padrone di me stesso, cosa vorranno adesso ?
....
è Zahir che parla per prima: "Un bel commando, non c'è che dire. Capaci. MOLTO determinati e, cosa non trascurabile, pesantemente armati. Caro Sam tu ci sai spiegare perché tutto questo interesse per una cassa di medicinali?"
....sento una goccia di sudore percorrermi la schiena mentre faccio appello a tutte le mie doti per apparire il più convincente possibile.
"e cosa ti fa pensare che io lo sappia ? Credimi, sono meravigliato quanto te dell'improvviso interesse per questa cassa. Se davvero avessi saputo che è così preziosa credi che sarei andato in giro come un idiota a dire a tutti dove eravamo ?"
meglio non esagerare "davvero, io non immaginavo che il contenuto di quella cassa potesse metterci in pericolo. Comunque meglio sbarazzarsene al più presto facciamo quella consegna subito e chi s'è visto s'è visto."
"Mi piacerebbe sapere cosa contiene, ora." incalza Zahir, ma io, temendo che questo possa tardare o peggio mettere a rischio la consegna ribatto "No, ho accettato un incarico e da buon mercante lo porterò a termine. Farò le mie rimostranze al cliente per non averci avvisato del pericolo e non accetterò nuovi incarichi senza poter controllare la merce; ma non voglio che si guardi dentro."
Resto anch'io stupito perché nessuno obietta più nulla e quindi comincio a preparare con cura la consegna. Noleggio un carro a repulsione e raccolgo stracci e stoffa di bassa qualità, poi impegnandomi a fondo, camuffo la cassa sul carico e indosso una sporca e sgualcita tunica; il risultato è più che soddisfacente, sembro un miserabile che trascina un carico di stracci o robaccia simile.
Vado a consegnare la cassa e convinco gli altri a farmi andare da solo "non voglio più mettere in pericolo nessuno" dico per convincerli. e funziona.

L'umano al cancello si avvicina per cacciarmi ma appena mi riconosce fa un cenno al compare ed in breve ecco arrivare Bib con un paio di guardie. Portano subito la cassa dentro ed ecco un mucchietto di crediti posarsi sulla mia mano; dopo un rapido conteggio intasco e faccio per salutare, ma Bib mi si avvicina, posa una mano sul mio braccio e mi bisbiglia.
"Siete stati bravi; ho saputo quello che è successo alla baia 14 e comincio a pensare che le voci su voi e i pirati a Kashyyyk non siano affatto esagerate."
faccio il modesto "ti ringrazio, cerchiamo solo di far bene il nostro lavoro. Piuttosto avrei alcune attrezzature di prima scelta da piazzare; generatori, estrattori di umidità, roba buona, tecnologia wookie; tu che conosci il pianeta puoi indirizzarmi da un buon compratore? uno che paghi in crediti."
"Io non sono interessato ma se mi farai un favore, posso darti una buona dritta per venderli. Mi basterà che tu porti una cosa per me a Mos Eisley, tanto è sulla strada."
"dimmi, dunque, a chi potrebbero interessare le mie merci?"



"C'è un discreto movimento a Mos Eisley, la città cresce e ci sono diversi nuovi insediamenti in costruzione intorno alla città, uno di questi è piuttosto recente e probabilmente hanno ancora dei crediti da spendere. Bin Gassi, questo è il nome. Ora posso contare su di te per la mia consegna ?"
"Certo! mandami il carico alla nave; spero non ti secchi dirmi di che si tratta, i miei soci vorranno sicuramente sapere quello che trasportiamo, e anch'io visto che vorrei evitare altre sorprese."
"hummmm.... preferirei non dirlo, sai, il mio padrone ci tiene alla discrezione sui suoi trasporti personali."
ahi, ahi. un altro "lavoretto facile facile", penso.
"Amico mio, noi siamo una buona squadra ma non posso tenere all'oscuro i miei soci un'altra volta. Vorranno sapere cosa trasportiamo e vedere il carico. Come facciamo?"
"Capisco, ma uno dei requisiti indispensabili è la discrezione. Posso compattare il carico alle dimensioni di una valigetta da affari ma preferirei non approfondire sulla natura del contenuto. Tu comprendi vero?" ammicca "quanto costa la discrezione per te?"
Sarei tentato di accettare ma non posso provare a ingannare gli altri così presto; sopratutto dopo quello che ci siamo detti prima così gli rispondo:
"Senti, perché non vieni con me alla nave, ti faccio parlare con i miei soci e se li convinci a fare il trasporto senza fare domande sul carico ti facciamo il lavoro; gratis. Io ti appoggerò, puoi starne certo."
.... lo vedo riflettere, aggrottando la fronte, qualche istante "Preferirei che la cosa restasse tra noi, sono sicuro che possiamo accordarci, quant'è il prezzo del tuo silenzio ?"
....stavolta tocca a me prendere un attimo per riflettere....se gli altri lo vengono a sapere stavolta non me la cavo....
"Sono dei soci eccellenti, lo sai anche tu. E se mi scoprono mi buttano fuori dalla società. Non posso farti meno di 100 mila crediti; prendere o lasciare."
tentenna un attimo e poi scrolla le spalle "troppo. non se ne fa nulla." aspetta un istante per vedere se rilancio con un offerta più bassa ma io non sono disposto a tradire i miei amici per meno, anzi sto addirittura pensando di aver chiesto poco.
"saluti e amici come prima" gli tendo una mano in segno di saluto e lui, sorridendo, ricambia il saluto e si congeda "se cerchi qualche lavoretto sai dove trovarmi. addio."
Torno alla nave riflettendo su come piazzare il carico e l'idea di fare i piazzisti nei vari insediamenti non mi sembra malvagia.

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