Cammino in mezzo a loro come in un sogno, sguardi di ammirazione, pacche sulle spalle, abbracci e strette di mano, mi sento un re. Dopo aver bevuto qualcosa vado a riposare e, prima di addormentarmi, rimetto insieme i pezzi del puzzle.
I due razziatori che si sono arresi sono poco più che ragazzini, indottrinati e non particolarmente svegli. Vengono da un accampamento che non contiene nulla di interessante per noi e non vogliono dirci dove si trova; se li rimandiamo indietro il loro capo, che si fa chiamare Mandalore, probabilmente li uccide per essersi arresi. In poche parole sono inutili e per questo li abbiamo affidati ai contadini.
Abbiamo saldato il debito coi contadini guadagnandoci la loro riconoscenza ma anche loro non hanno nulla che ci interessi.
L'unica possibilità di andarsene da qui resta ancora quella offertaci dal monco, ma io non ho nessuna intenzione di pagarne il prezzo.
Ci penseremo dopo.
ZZZZZZZZZZZZZZZZZZ....
I due razziatori che si sono arresi sono poco più che ragazzini, indottrinati e non particolarmente svegli. Vengono da un accampamento che non contiene nulla di interessante per noi e non vogliono dirci dove si trova; se li rimandiamo indietro il loro capo, che si fa chiamare Mandalore, probabilmente li uccide per essersi arresi. In poche parole sono inutili e per questo li abbiamo affidati ai contadini.
Abbiamo saldato il debito coi contadini guadagnandoci la loro riconoscenza ma anche loro non hanno nulla che ci interessi.
L'unica possibilità di andarsene da qui resta ancora quella offertaci dal monco, ma io non ho nessuna intenzione di pagarne il prezzo.
Ci penseremo dopo.
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Apro gli occhi che è ancora buio; già ! qui dura 32 ore. In giro c'è comunque gente indaffarata, alla debole luce di alcune torce.
Keki si sta lentamente riprendendo, grazie anche alle cure di Nik che ha dimostrato di saperci fare con le ferite da battaglia curando anche molti condatini feriti nello scontro.
Ecco un altro aspetto che mi coglie impreparato ma che non posso che apprezzare: questo lucido combattente, sempre sicuro e pronto alla battaglia chino a prestare amorevoli cure a tutti senza chiedere nemmeno un grazie.
Vado in giro a chiaccherare un po con tutti, mi gioco (e perdo) una pistola blaster ma riesco a sapere che una nave simile alla nostra dovrebbe essere atterrata sul pianeta qualche mese or sono. Questa è una buona pista e dovremmo seguirla andando al più presto al villaggio; tra poche ore il sole dovrebbe levarsi, c'è giusto il tempo di mangiare e bere qualcosa e poi farsi un pisolino.
Recuperiamo gli spider, mi tengo un paio di giubbetti e torniamo al villaggio dove veniamo accolti da eroi. Passiamo diverse ore a dispensare sorrisi, accettare da bere e chiaccherare un pò con tutti e anche qui trovo conferma dell'avvistamento di una nave. Bene. Anche perché nessuno di loro l'ha più vista andarsene. Potrebbe essere tra le colline e, in effetti ,i sensori avevano registrato la presenza di metallo in alcuni punti delle alture che abbracciano il villaggio.
Si tratta solo di decidere se andare a cercarla a piedi o usando la nostra nave e, considerato lo stato pietoso in cui si trova, decidiamo per andare a piedi.
Prima di andarcene faccio un ultimo tentativo di cercare un accordo con il mo....oops, con Kerat ma anche stavolta non c'è possibilità. Non voglio, non devo, non posso fare quello che mi chiede; non sono un assassino.
I contadini ci portano con lo spider fino alla prima altura, dove hanno una postazione per ricevere segnali lumonosi dalle fattorie e poi ci incamminiamo lungo i crinali.
Keki si muove con sicurezza e sembra non temere le "grosse e pericolose creature" che secondo i contadini vivono da queste parti; in effetti troviamo alcune impronte preoccupanti, almeno per dimensione, nonché grossi rami spezzati e piantati con forza nel terreno, ciò nonostante proseguiamo indisturbati da una valle all'altra. In alcuni punti Keki pianta anche lui dei bastoni simili e, seguendolo senza far domande, riusciamo anche a vedere uno di questi bestioni, in lontananza, addormentato.
Sono quasi sfinito dalla camminata; Keki e Nik vanno come dei treni ma io non ci sono abituato e il cuore mi pulsa con violenza nelle tempie. Non riesco a pensare. Ad un tratto però troviamo tracce certe: pezzi di scafo a terra e segni inequivocabili nel terreno; qui ha sbattuto una trasporto qualche mese fa. Con ritrovate energie risaliamo il pendio, corriamo dall'altro lato e la vediamo là, piantata nel fianco della collina, quasi uguale alla nostra. Speriamo ci sia quello che ci serve.
Avvicinandoci ci accorgiamo che una barriera di energia la circonda, probabilmente ha gli scudi attivi.
Infatti, e sono scudi a particelle quindi non possiamo entrare !
Supponendo che ci sia qualcuno a bordo prendo il comlink e comincio a chiamare sulle frequenze principali "Root chiama trasporto; mi sentite ? passo"; ne provo parecchie ma nessuno risponde quando, all'improvviso, gli scudi si abbassano e la rampa si apre.
In cima alla rampa ci attende un vecchio strambo che dice di chiamarsi Jonash Sorensu. Sembra che lui e Nik siano entrati in contatto mentalmente, qualcosa che ha a che fare con la forza. boh.
Comunque è cordiale e ci fa salire a bordo. Guardo avidamente la nave:sembra che ci possano essere, funzionanti, i pezzi che ci servono. Non serve nemmeno parlarsi, mi basta incrociare lo sguardo di Keki per capire che, al più presto, ci penserà lui a controllare.
Per farla breve vorrei raccontare a Jonash che siamo finiti qui per necessità e che vogliamo andarcene ma non possiamo farlo perché la nostra nave ha bisogno di riparazioni; l'idea mia è proporgli di aggiustare la nostra nave con i pezzi della sua e, in cambio, andarcene insieme per poi dividere dopo aver venduto la nave.
Jonash però non mi da quasi il tempo di parlare e, dopo aver dato a Keki, con noncuranza, il permesso di frugare la nave a piacimento, ci racconta di essere una specie di veggente che ha fatto qualcosa di cui si è pentito.
Confesso che ero distratto dai pensieri delle riparazioni e non ho ben seguito gli strani discorsi del vecchio che parlavano della guerra, di archivi Jedi, di pianeti nascosti e della sua morte; Nik e Zahira però erano attenti e interessati, vuol dire che mi farò raccontare dopo.
Una cosa però mi ha colpito: ad un certo punto il vecchio si è zittito, cinereo; con una voce rotta dall'angoscia ha solo detto "è cominciata" prima di abbandonarsi allo schienale, sfinito, per qualche istante.
Keki si sta lentamente riprendendo, grazie anche alle cure di Nik che ha dimostrato di saperci fare con le ferite da battaglia curando anche molti condatini feriti nello scontro.
Ecco un altro aspetto che mi coglie impreparato ma che non posso che apprezzare: questo lucido combattente, sempre sicuro e pronto alla battaglia chino a prestare amorevoli cure a tutti senza chiedere nemmeno un grazie.
Vado in giro a chiaccherare un po con tutti, mi gioco (e perdo) una pistola blaster ma riesco a sapere che una nave simile alla nostra dovrebbe essere atterrata sul pianeta qualche mese or sono. Questa è una buona pista e dovremmo seguirla andando al più presto al villaggio; tra poche ore il sole dovrebbe levarsi, c'è giusto il tempo di mangiare e bere qualcosa e poi farsi un pisolino.
Recuperiamo gli spider, mi tengo un paio di giubbetti e torniamo al villaggio dove veniamo accolti da eroi. Passiamo diverse ore a dispensare sorrisi, accettare da bere e chiaccherare un pò con tutti e anche qui trovo conferma dell'avvistamento di una nave. Bene. Anche perché nessuno di loro l'ha più vista andarsene. Potrebbe essere tra le colline e, in effetti ,i sensori avevano registrato la presenza di metallo in alcuni punti delle alture che abbracciano il villaggio.
Si tratta solo di decidere se andare a cercarla a piedi o usando la nostra nave e, considerato lo stato pietoso in cui si trova, decidiamo per andare a piedi.
Prima di andarcene faccio un ultimo tentativo di cercare un accordo con il mo....oops, con Kerat ma anche stavolta non c'è possibilità. Non voglio, non devo, non posso fare quello che mi chiede; non sono un assassino.
I contadini ci portano con lo spider fino alla prima altura, dove hanno una postazione per ricevere segnali lumonosi dalle fattorie e poi ci incamminiamo lungo i crinali.
Keki si muove con sicurezza e sembra non temere le "grosse e pericolose creature" che secondo i contadini vivono da queste parti; in effetti troviamo alcune impronte preoccupanti, almeno per dimensione, nonché grossi rami spezzati e piantati con forza nel terreno, ciò nonostante proseguiamo indisturbati da una valle all'altra. In alcuni punti Keki pianta anche lui dei bastoni simili e, seguendolo senza far domande, riusciamo anche a vedere uno di questi bestioni, in lontananza, addormentato.
Sono quasi sfinito dalla camminata; Keki e Nik vanno come dei treni ma io non ci sono abituato e il cuore mi pulsa con violenza nelle tempie. Non riesco a pensare. Ad un tratto però troviamo tracce certe: pezzi di scafo a terra e segni inequivocabili nel terreno; qui ha sbattuto una trasporto qualche mese fa. Con ritrovate energie risaliamo il pendio, corriamo dall'altro lato e la vediamo là, piantata nel fianco della collina, quasi uguale alla nostra. Speriamo ci sia quello che ci serve.
Avvicinandoci ci accorgiamo che una barriera di energia la circonda, probabilmente ha gli scudi attivi.
Infatti, e sono scudi a particelle quindi non possiamo entrare !
Supponendo che ci sia qualcuno a bordo prendo il comlink e comincio a chiamare sulle frequenze principali "Root chiama trasporto; mi sentite ? passo"; ne provo parecchie ma nessuno risponde quando, all'improvviso, gli scudi si abbassano e la rampa si apre.
In cima alla rampa ci attende un vecchio strambo che dice di chiamarsi Jonash Sorensu. Sembra che lui e Nik siano entrati in contatto mentalmente, qualcosa che ha a che fare con la forza. boh.
Comunque è cordiale e ci fa salire a bordo. Guardo avidamente la nave:sembra che ci possano essere, funzionanti, i pezzi che ci servono. Non serve nemmeno parlarsi, mi basta incrociare lo sguardo di Keki per capire che, al più presto, ci penserà lui a controllare.
Per farla breve vorrei raccontare a Jonash che siamo finiti qui per necessità e che vogliamo andarcene ma non possiamo farlo perché la nostra nave ha bisogno di riparazioni; l'idea mia è proporgli di aggiustare la nostra nave con i pezzi della sua e, in cambio, andarcene insieme per poi dividere dopo aver venduto la nave.
Jonash però non mi da quasi il tempo di parlare e, dopo aver dato a Keki, con noncuranza, il permesso di frugare la nave a piacimento, ci racconta di essere una specie di veggente che ha fatto qualcosa di cui si è pentito.
Confesso che ero distratto dai pensieri delle riparazioni e non ho ben seguito gli strani discorsi del vecchio che parlavano della guerra, di archivi Jedi, di pianeti nascosti e della sua morte; Nik e Zahira però erano attenti e interessati, vuol dire che mi farò raccontare dopo.
Una cosa però mi ha colpito: ad un certo punto il vecchio si è zittito, cinereo; con una voce rotta dall'angoscia ha solo detto "è cominciata" prima di abbandonarsi allo schienale, sfinito, per qualche istante.
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