sabato 26 novembre 2011

Capitolo 7

Incrocio Keki che mi sorride: "ci sono i pezzi che ci servono", e comincia l'organizzazione:
 - questa nave non si può spostare.
 - inumano pensare di portare i pezzi a braccia fino al villaggio.
 - dobbiamo fare in fretta, sembra che Jonash attenda l'arrivo dei suoi carnefici.

decidiamo di dividerci, io e Nik andremo a prendere la nostra nave e cercheremo di atterrare qui vicino mentre Keki comincerà a smontare tutto quello che può servirci e Zahir cercherà di capire meglio chi è e cosa vuole il vecchio Jonash; prima però devo ripristinare le comunicazioni di questa nave per restare in contatto con loro.

Partiamo dopo un paio d'ore e il viaggio fino al villaggio si svolge senza contrattempi: ci spostiamo rapidi e silenziosi senza dare nell'occhio né disturbare le creature; ci chiamano via comlink un attimo prima di arrivare: è Keki che si raccomanda di portare con noi il "riparatutto" del villaggio; un ometto un pò schizzato, tremendamente miope ma abilissimo nelle riparazioni. Un incrocio tra "Bob the builder" e "Mr. Magoo".
I contadini ci forniscono tutto l'appoggio che possono darci ma veniamo rimproverati dal capo dei contadini per aver usato il comlink; secondo lui il monco potrebbe tentare qualcosa per impadronirsi della nostra nave e loro sanno con certezza che lui spia le comunicazioni.
Io però sono tranquillo su questo, ho codificato il nostro canale di comunicazione e credo di aver fatto un buon lavoro; piuttosto trovo molto più probabile che qualche contadino faccia la spia.
Staremo attenti.
Carichiamo sulla nostra nave il riparatutto, uno speeder a cui ho fissato una grossa cesta e partiamo verso le alture; in poco tempo siamo sul posto e riusciamo pure ad atterrare abbastanza vicino all'altra da non dover faticare troppo nel trasporto. Il lavoro che ci aspetta però è molto lungo ed abbiamo tutti bisogno di riposare.
Cominciamo di buona lena, aiutandoci a vicenda ma le cose non vanno come speriamo: pur essendo trasporti della stessa classe, sono di due generazioni diverse ed inoltre la nostra nave è stata più volte personalizzata; il lavoro di adattare i nuovi pezzi è più difficile elungo del previsto. Attacchiamo con l'iperguida e ci lavoriamo con grande impegno per tutto un  giorno ma quando è il momento di provarla non riusciamo a farla partire. Io e Keki cominciamo a beccarci "te l'avevo detto che quel giunto di potenza non era messo bene" - "il giunto funziona benissimo ! sei tu piuttosto che non sei capace di innestare una spina diritta." ... e così via per qualche tempo prima di andarcene a dormire, spossati, alle due estremità della nave.

Veniamo svegliati nel bel mezzo del sonno: Zahir ha percepito un pericolo. Mi metto ai sensori mentre gli altri si appostano appena fuori alla nave e, da una scansione termica, rilevo una grossa massa calda in avvicinamento; forse una di quelle grosse bestie che finora ci avevano lasciati tranquilli.
La bestia però è infuriata e si avvicina con intenzioni distruttive verso di noi; un paio di colpi di blaster non la fanno arretrare mentre Keki, accorgendosi che ha dei bracciali ai polsi e che sembrano causargli molto fastidio, non la attacca e mi grida via comlink di interferire con i bracciali. Comincio subito a codificare sulle principali frequenze mentre Keki, stoicamente, cerca di bloccare la bestia, senza peraltro grossi risultati e prendendosi anche un paio di legnate. Trovo la frequenza da disturbare prima che Keki si faccia troppo male e la bestia, libera e ferita, si allontana veloce verso la sua tana.

La bestia però non era sola; c'erano anche alcuni uomini che, quatti quatti si sono avvicinati e, adesso, cominciano a sparare ai miei amici giù di sotto. Dalla mia postazione mi accorgo che qualcuno trasmette sulla frequenza dei bracciali e, adesso, è facile fare una scansione con i sensori per capire dove si trova: sul costone della collina.
Sul costone della collina ?!
Salvo la scansione sui monitor interni e mi precipito alla torretta della nave. Li comincio a guardare bene tra i cespugli, mentre sento i colpi del fucile di Nik sotto di me.
Non appena intravedo uno di questi tra gli alberi una scarica di fuoco automatico dai cannoni della nave ripulisce il fianco della collina, scaraventando terra tutto intorno.
Vedo emergere dalla polvere uno di loro che si arrende e Keki, ruzzolato sotto la nave e piuttosto sconvolto: quei colpi erano caduti molto....molto vicino a lui. C'era un certo sarcasmo nei suoi ringraziamenti.
bah. l'importante è che adesso siamo tranquilli.

Come potevamo già sospettare erano uomini del monco e nessuno di noi ha rimpianti per quanto gli è capitato.
Mettiamo ai ferri il prigioniero e poi, dopo esserci riposati, riprediamo il lavoro e, questa volta, l'iperguida funziona.

Ora però ci aspetta la parte più lunga, più noiosa e più pericolosa: il cablaggio delle linee di distribuzione dell'energia.
- dobbiamo spegnere il generatore (e quindi senza sensori e torretta)
- dobbiamo smontare le paratie esterne
- non possiamo chiudere la nave

Malgrado il nostro impegno il lavoro è comunque lunghissimo e, dopo due cicli luce-buio non abbiamo ancora terminato; più della metà dei giunti sono stati sostituiti e ciò nonostante registriamo ancora parecchie perdite di potenza durante i test.

Questa volta è buio pesto quando Zahir, allarmata, ci avvisa di un nuovo pericolo; non posso usare la strumentazione della nave e quindi mi apposto sopra di essa e comincio a scrutare con il mio elettrobinocolo.
Passano alcuni minuti carichi di tensione; sotto sono appostati gli altri, con lo spider pronto ad illuminare l'area e nessuno di noi sembra vedere nulla quando, ad un tratto, cominciano a partire colpi, la luce si accende giusto per farci intravedere una sagoma che, lesta, con una raffica di colpi, colpisce la luce dello spider.
Keki scaglia una granata e Nik spazza l'area con il fucile ma il bastardo si muove veloce! e sembra vederci bene, lui, infatti sbuca vicino a Nik e lo colpisce al fianco; Nik però resiste e gli piomba addosso sparandogli a bruciapelo, probabilmente convinto di inchiodarlo li per terra; invece quello scatta su e come una volpe si lancia nel buio, scomparendo in un attimo ai nostri occhi.
Non allontanatevi!, grido agli altri, questo qui è pericoloso. davvero.

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