venerdì 2 dicembre 2011

Capitolo 1

La mia passione per i giochi di ruolo incuriosisce sempre più i figli che, dopo ogni giocata, vogliono dettagliati resoconti dell'accaduto; ragion per cui ho deciso di pubblicare le cronache di ciascuna giocata. A loro consumo e a futura memoria.
La campagna appena iniziata è basata su Star Wars e quello che segue è il racconto fatto in prima persona dal personaggio che interpreto:

Nasco 24 anni or sono, sul pianeta Neimoidia; la mia famiglia si era da poco trasferita lì a causa di alcune calunnie circolate su mio padre nella città di Tayana, sul pianeta Duro.
Poverino, pensava che non l'avrebbero trovato su un pianeta sotto il controllo della federazione dei mercanti.
Non avevo ancora 6 anni quando sparì lasciando a mamma 4 bocche da sfamare, una casa in affitto ed uno spider.
In 9 anni mamma ha cambiato 7 pianeti e 11 lavori mentre io, che riuscivo bene a scuola, mi guadagnavo qualcosa aiutando i miei compagni durante gli esami.
Non ero uno sportivo e le ragazze non mi filavano; fu facile per lei, con qualche moina, convincermi a svelare il mio segreto ma non avrei mai creduto che potesse denunciarmi. La stupida! Le avevo mostrato il cavo che, di nascosto, ero riuscito a collegare al sistema dedicato ai docenti; mi bastava collegare il datapad e violare quei banali sistemi di cifratura per conoscere in anticipo i test e ritoccare qualche votazione per questo o quel cliente.
Le avrei fatto passare l'esame finale col massimo dei voti per un suo bacio. No! mi denunciò e mi avrebbero espulso se non fossi fuggito dopo aver fritto la memoria centrale del computer della scuola per vendicarmi.
Non dissi niente a mamma, aveva un buon lavoro e non volevo che lo lasciasse, ma giurai a me stesso che nessuna donna mi avrebbe mai più messo in questa condizione.
Quasi non ricordo più il mio vero nome, Ana Koonda; ho cambiato diversi pianeti, sfruttando le mie doti informatiche per vivere ed ho capito che un nome falso è un ottima cosa, soprattutto se devi andartene in fretta.
Per un pò tutto filava a meraviglia poi è scoppiata la guerra.  Questa maledetta guerra.
Molte città e pianeti sono invivibili, le strade sono pericolose e si rischia sempre di battersi per un nonnulla; poi qualche mese fa ho incontrato Kekeka, uno Wookiee che si è dimostrato gentile e senza pregiudizi.
Kekeka
Io parlo la sua lingua e questo gli fa piacere mentre io mi sento molto ma molto più sicuro viaggiando al suo fianco.
Ed è proprio durante l'ultimo di questi viaggi che è successo tutto il casino che vi voglio raccontare.



Non ricordo nemmeno il nome di questa fetida stazione piena di centinaia e centinaia di cenciosi profughi; non c'è nemmeno un terminale bancario pubblico funzionante. Stavo pensando a come procuraci un buon imbarco quando l'attacco dei droidi è cominciato: caos, rumore, panico, gente che fugge; io e Keki ci stiamo dirigendo agli imbarchi quando, proprio nel nostro tunnel, piomba una navetta automatica che inizia a vomitare droidi.
i droidi che ci hanno attaccatoi droidi che ci hanno attaccatoi droidi che ci hanno attaccatoi droidi che ci hanno attaccato
Keki è un pò impulsivo e, invece di andarsene, ha cominciato a menare le mani; per fortuna è saltato fuori umano, che, dopo aver estratto dal suo lungo soprabito un fucile blaster, ha fatto piazza pulita dei droidi e della navetta.
La stazione però è ancora sotto attacco e molte navi hanno già lasciato gli imbarchi per cui ci mettiamo a correre, seguiti dall'umano e da una femmina Zabrak dallo sguardo magnetico.
C'è un grosso cargo pieno di profughi che evito, dirigendomi verso un hangar privato: meglio una nave piccola che possiamo dirigere dove vogliamo, tanto a quest'ora al suo proprietario non serve più.

Eccomi al lavoro sulla serratura dell'hangar, una serratura semplice; eppure le mani mi sudano e mi sembra di metterci un eternità, distratto dai colpi di blaster, dalle esplosioni e dalle urla di Keki  che è corso dietro alla femmina zabrak fino all'imbarco del cargo.

Finalmente, grazie al mio prezioso kit, riesco ad aprire il portello dell'hangar e ci precipitiamo dentro verso la navetta e, spero, la fuga.

ah, dimenticavo...il mio nome è Root Amaat (per ora).

giovedì 1 dicembre 2011

Capitolo 2

...Dopo aver forzato la porta dell'hangar mi sono precipitato sulla nave, un trasporto di classe dynamic che ha sicuramente conosciuto giorni migliori. La fretta di lasciare la stazione sotto attacco non mi lascia il tempo per valutare accuratamente le vistose tracce di invecchiamento sullo scafo, mi precipito al posto di guida, seguito dagli altri, sperando che ciascuno di loro sappia bene cosa fare.

Il logoro sedile ed i sistemi alquanto "personalizzati" dalle molte riparazioni mi fanno sorgere più di un timore ma cerco di non darlo a vedere e faccio alzare il "pezzo di ferraglia" proprio mentre i primi colpi di turbolaser dell'incrociatore droide cominciano a fare a pezzi la stazione.
Usciamo dal portello accolti da un nugolo di rottami vaganti tra cui si muovono altri trasporti.

Dalla  postazione dei sensori la femmina zabrak ci segnala l'arrivo di due caccia droidi e la posizione delle altre navi e Kekeka, alquanto agitato, lancia urla all'umano per indirizzarlo ai cannoni.
Cerco di allontanarmi dai caccia affiancando la rotta di un cargo di civili in fuga, più grosso di noi, ed avrebbe funzionato se Keki, preso da nobili propositi, non avesse chiesto di difendere i civili sotto attacco.
Affrontare i 3 cannoni del caccia con questa carriola priva di scudi è una cosa che si avvicina molto al suicidio, ma non possiamo lasciar distruggere il cargo indifeso senza fare niente.
La sensazione di pericolo ci attanaglia tutti;  stiamo per dar battaglia quando l'accensione del sistema di iperguida sovraccarica il generatore togliendo potenza ai motori.
"Spegnilooo!!!" urlo alla zabrak a cui leggo, negli occhi, una certa ansia che la trattiene. Keki invece pensa bene di trasferire l'energia dalla torretta al motore, disattivandola proprio mentre l'umano cercava di sparare.

i pericolosi caccia droidi
Siamo spacciati! questa lucida consapevolezza mi ha dato il coraggio di tentare la follia: ho spinto i motori al massimo buttandomi in mezzo ai rottami e tagliando la rotta al cargo per nascondermi sotto di lui mentre il caccia ci sparava addosso. La fortuna è indubbiamente dalla nostra parte e sento scorrere in me una lucida tranquillità mentre con apparente facilità manovro questa cassapanca sfiorando tutti quegli ostacoli in movimento. In questo stato di consapevolezza percepisco chiaramente la presenza della femmina Zabrak alle mie spalle; e ne sono rasserenato.
Le continue grida di Keki, la cui frase più ricorrente è "schivalo!", quasi non le sento più ed il fatto che riusciamo a far saltare il caccia droide con pochi colpi ben piazzati mi sembra quasi normale.
Purtroppo l'ansia di fuggire si ripresenta ma mi meraviglio di me stesso quando cedo alle insistenze di Keki e della femmina Zabrak per andare a dar battaglia all'altro caccia, impegnato ad abbattere un altra navicella.
Ricordo ai miei improvvisati compagni che la nave è una carretta e che è già stata danneggiata da un colpo del primo caccia; gli ricordo anche che siamo stati molto ( e sottolineo il "molto") fortunati ad evitare sia gli ostacoli sia i colpi di cannone del primo caccia, ma è quasi con sollievo che decido di dar battaglia.
Provo il trucchetto di farci credere colpiti ma purtroppo non funziona; non ho voluto spegnere tutti i sistemi e malgrado la manovra di fluttuare come dei rottami sia riuscita bene il caccia droide non ci ignora e si butta su di noi.
Non avendo scudi ed essendo molto più lenti, l'unica possibilità per oscacolarlo è cercare di speronarlo sperando che il nostro scafo sia più robusto del suo; ci provo per ben due volte sotto lo sguardo fisso e terreo dei presenti ma il caccia è molto abile ad evitare la collisione e, dopo averci colpito due volte si appresta a darci il colpo di grazia quando un colpo millimetrico dell'umano gli centra lo scarico di potenza del generatore e lo fa esplodere come una supernova.
Tutta la tensione che keki aveva accumulato in questi pochi e concitati istanti si libera in grida di gioia e abbracci mentre io, visibilmente sollevato, mi allono a distanza giusta per fare il salto nell'iperspazio.


La rotta memorizzata ci porta verso un lontano sistema, Athega; nell'orlo esterno. Non ho ne tempo ne voglia di tentare di calcolare ed inserire un altra rotta; per dove poi? la guerra imperversa sulle colonie e quindi meglio uno sperduto sistema; e poi c'è da riparare (o ancor meglio cambiare) la nostra nave.

Speriamo solo che l'iperguida regga.

Nei 7 giorni di viaggio ho tutto il tempo di conoscere e familiarizzare con gli altri, oramai uniti dalla fortunosa fuga dall'attacco dei droidi.
La femmina Zabrak si chiama Zahir ed è circondata da un alone di mistero, con le sue carte della sorte e i suoi occhi scuri e profondi.
L'umano, ex militare, si chiama Nik ed è caloroso e simpatico; sicuramente un buon elemento. (ha anche battuto a scacchi lo Wookiee senza scomporsi)
Keki, lo conosco da poco, ma ho apprezzato la sua sincera fiducia e mi ha commosso quando ci ha abbracciato tutti dopo la battaglia. Ogni tanto ne combina qualcuna ma è impossibile non volergli bene; spero solo di non chiamarlo mai "cucciolo", potrebbe offendersi.